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Gibuti - Addis Abeba

Gibuti

contesto

Gibuti è uno dei paesi più piccoli d’Africa che ricopre un’area di 23.200 Km2 e ospita una popolazione di circa 864.617. Come in altri piccoli stati, la dimensione dell’economia gibutina limita la capacità del Paese di diversificare la produzione e aumenta la dipendenza dai mercati esteri. Con meno di 1.000 Km2 di terreno coltivabile (0,04 per cento della superficie totale del paese) e una piovosità media annua di soli 130 millimetri, Gibuti dipende completamente dalle importazioni per soddisfare le proprie esigenze alimentari.[1]

Strategicamente situato all’ingresso del Mar Rosso, Gibuti costituisce un ponte tra Medio Oriente e Africa. Il paese è adiacente ad alcune delle rotte di navigazione più trafficate del mondo.

La Repubblica di Gibuti è un paese di transito di migranti provenienti in particolare da Etiopia, Somalia e Yemen che si muovono principalmente in direzione dei Paesi del Golfo o che tentano il viaggio verso l’Europa. Inoltre, si assiste ad un continuo movimento di popolazione rurale verso la capitale, in esito alle conseguenze della siccità nel Paese. Gibuti è un paese che ospita un significativo numero di rifugiati, per un numero totale registrato da UNHCR a fine 2017 di 27.296  (51% uomini e 49% donne).

Il Paese ha registrato una crescita rapida e sostenuta negli ultimi quindici anni con un PIL pro capite che è aumentato del 3,1% in media all’anno nel periodo 2001-2017. Nonostante la crescita, tuttavia, circa il 16% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà di 1,90 USD al giorno. Il tasso ufficiale di povertà estrema nazionale più recente, calcolato utilizzando un sondaggio condotto nel 2017, è del 21,1%.[2]

[1] Fonte: Banca Mondiale, Djibouti Overview, Aprile 2019, https://www.worldbank.org/en/country/southsudan/overview 

[2] Fonte: Banca Mondiale, Djibouti Overview, Aprile 2019, https://www.worldbank.org/en/country/southsudan/overview 

iniziative

Le priorità della Cooperazione Italiana a Gibuti continuano ad essere di natura umanitaria, con l’erogazione di servizi sanitari di base e la protezione delle fasce più vulnerabili della popolazione come settori chiave d’intervento.

L’Italia è presente nel Paese dal 1980, intervenendo sulla gestione, formazione professionale e ampliamento dei servizi offerti dall’Ospedale di Balbalà, oggi polo sanitario di riferimento di uno dei quartieri più poveri della capitale. L’iniziativa ha comportato un investimento considerevole nell’arco di trent’anni (circa 20 milioni di Euro), consentendo un netto miglioramento nell’erogazione di servizi sanitari di base. Inoltre, l’Italia partecipa all’iniziativa a favore della Repubblica di Gibuti sulla conversione e ristrutturazione del debito.

Per affrontare in maniera sistematica ed integrata le problematiche relative all’operatività ed efficienza dei servizi sanitari dell’Ospedale di Balbala’ e’ stata identificata l’iniziativa Assistenza Tecnica per il miglioramento della qualità dei servizi sanitari dell’Ospedale di Balbalà, con particolare attenzione ai dipartimenti di pediatria e salute materno-infantile, come il naturale proseguimento del progetto Nuovo Ospedale di Balbalà al fine di assicurare il miglioramento della qualità dei servizi erogati dalla struttura.

In aggiunta, con l’iniziativa Rafforzamento dei sistemi di protezione dell’Infanzia per i minori migranti, il perseguimento dell’obiettivo dell’iniziativa viene realizzato attraverso un focus specifico sull’advocacy volta a promuovere policy e legislatura migliori sul tema. Viene, inoltre, data priorità alla formazione di operatori sia nel settore della protezione sociale che sui sistemi di protezione minorile, e sostenuta l’organizzazione di un sistema migliorato di tracciabilità e riferimento dei minori in movimento.

I beneficiari dell’iniziativa sono i minori migranti sulla rotta per i Paesi del Golfo e l’Europa e i minori non accompagnati e ragazzi di strada.

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